Il Cimitero degli Inglesi

Arnold Boecklin “L’isola dei morti”

la necropoli isolata nel traffico di Firenze

Boecklin, che con la sua pittura anticipa le correnti artistiche della Metafisica e del Surrealismo, sembra essersi ispirato in maniera piuttosto appariscente al Cimitero degli Inglesi.
Il soggetto del dipinto fu una specie di ossessione per il pittore, il quale ne dipinse ben cinque versioni, delle quali una andò distrutta nel corso della Seconda guerra mondiale.
Il dipinto mostra una piccola imbarcazione tramite la quale un traghettatore trasporta una bara verso una cupa isola adorna di cipressi e di avelli mortuari. La forma dell’ isola, presumibilmente rotondeggiante, e gli alberi raffigurati, richiamano in maniera estremamente evidente il Cimitero degli Inglesi.
Del resto, la metafora dell’ “Isola dei Morti”, in riferimento al Cimitero di Piazzale Donatello, è piuttosto scoperta: si tratta infatti di un insediamento che, con l’ abbattimento delle mura medioevali nel corso del “Risanamento” di Firenze, avvenuto negli anni ’60 dell’ ‘800, viene a trovarsi “isolato” nel mezzo dei viali di circonvallazione.

THE HILL
“Antologia di Spoon River”

Dove se n’è andato Elmer
che di febbre si lasciò morire
Dov’è Herman bruciato in miniera.
Dove sono Bert e Tom
il primo ucciso in una rissa
e l’altro che uscì già morto di galera.
E cosa ne sarà di Charley
che cadde mentre lavorava
dal ponte volò e volò sulla strada.

Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.

Dove sono Ella e Kate
morte entrambe per errore
una di aborto, l’altra d’amore.
E Maggie uccisa in un bordello
dalle carezze di un animale
e Edith consumata da uno strano male.
E Lizzie che inseguì la vita
lontano, e dall’Inghilterra
fu riportata in questo palmo di terra.

Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.

Dove sono i generali
che si fregiarono nelle battaglie
con cimiteri di croci sul petto
dove i figli della guerra
partiti per un ideale
per una truffa, per un amore finito male
hanno rimandato a casa
le loro spoglie nelle barriere
legate strette perché sembrassero intere.

Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.

Dov’è Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant’anni
e con la vita avrebbe ancora giocato.
Lui che offrì la faccia al vento
la gola al vino e mai un pensiero
non al denaro, non all’amore né al cielo.
Lui sì sembra di sentirlo
cianciare ancora delle porcate
mangiate in strada nelle ore sbagliate
sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore
“Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?”

Immagini di pace e note struggenti
(Still got the blues
Gary Moore)

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