La lunga strada per Kathmandu


La lunga strada per Kathmandu

Dalla foce del Gange alla Porta del cielo


C’è stata un’epoca, circa quarant’anni fa, in cui un giovane, o meglio una certa categoria di giovani, non era tale se non viveva determinate esperienze o, quantomeno, se non desiderava fortemente viverle. La più epica di queste esperienze era “il viaggio a Oriente”. Un viaggio rigorosamente via terra, con pochissimi mezzi economici, una larga disponibilità di tempo e una certa propensione
per il consumo di droghe più o meno leggere. Sulle orme dei figli dei fiori americani , ma anche dei Beatles, che in India avevano trovato nuove psichedeliche fonti d’ispirazione, orde di ventenni partivano dunque su pullmini scassati o su treni, che avevano vissuto tempi migliori, alla volta dell’India o addirittura del Nepal, lasciandosi alle spalle mamme piangenti e padri incazzati.
Con analogo spirito e con i capelli un po’ imbiancati, abbiamo percorso anche noi migliaia di km. non lasciando alle spalle genitori, ormai anziani, ma un lavoro donne e figlioli. Abbiamo viaggiato come allora, su strade ancora dessestate uniti fortemente dallo stesso amore per la fotografia.
Questo reportage narra di un viaggio avventura, fatto di notti insonni e di bagni di folla, un viaggio attraverso la povertà e le miserie del mondo, ma alla ricerca di una ben più grande ricchezza dello spirito.

CALCUTTA

Svolazza ovunque carta e plastica, sotto il soffio rovente del Monsone che accompagna il sonno di migliaia di persone addormentate sui marciapiedi di Calcutta. La grande metropoli dello stato del Bengala, con circa 20 milioni di abitanti, tra le città più importanti della democrazia più popolosa del mondo, è la viva rappresentazione di un’ambiguità alimentata dal racconto mediatico sullo sviluppo travolgente e iper-competitivo dell’economia indiana. Un quadro che risulta surreale se messo a confronto con le sconvolgenti condizioni di vita della stragrande maggioranza delle persone che vivono nei tremila slums dei suoi 185 chilometri quadrati, popolati da un’umanità senza diritti e stordita da una miseria inverosimile, e che aumenta con l’incessante immigrazione interna e dal vicino Bangladesh. Gli slum attirano da tempo l’immaginazione popolare e di noi turisti. Sono stati fonte di scandalo e si è cercato di combatterli, raderli al suolo e murarli. Eppure sono al contempo anche cercati e idealizzati come luoghi dotati di un’umanità più autentica, di una cultura vitale e di un’imprenditoria deviante ma creativa.

Una sequenza di immagini e di emozioni “dalla Foce del Gange…alle Porte del Cielo”

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