Lalibela


“Lalibela”

La celebrazione di “Genna”.

Il Natale Copto
L’Etiopia divenne cristiana verso il 330, accogliendo la fede delle comunità giudaico-cristiane d’Arabia. Lalibela è considerata la Gerusalemme della Chiesa Ortodossa etiope. E’ una piccola città situata nel centro dell’Etiopia ad un’altitudine di 2700 m. La leggenda della sua nascita è incentrata attorno alla figura di Gebre Mesqel Lalibela. Si racconta che egli, appartenente ad una famiglia di stirpe reale, appena venuto alla luce venne avvolto da uno sciame di api e fu quindi battezzato Lalibela, ossia “le api riconoscono la sovranità”.
Predestinato al trono tentarono di avvelenarlo, ma sopravvisse e, dopo essere uscito dal coma, si dedicò alla costruzione della nuova Gerusalemme, obbedendo all’ordine celeste, ricevuto nei giorni passati tra la vita e la morte, realizzando cioè degli edifici simili a quelli che aveva visto in Paradiso.
Datate tra il XII e il XIII secolo, ma ancora usate attivamente per le messe, si trovano undici chiese, scavate ciascuna in un singolo pezzo di roccia o giù nella terra o nel fianco della collina. La più conosciuta tra queste chiese è la Bet Giorgis o Chiesa di San Giorgio, con la sua forma distintiva a croce di circa 25 metri, circondata da mura con profonde trincee.
Ancora oggi, a Lalibela l’interpretazione religiosa è rimasta quella dei tempi più antichi e, nelle straordinarie chiese scavate nella roccia, con passaggi scarsamente illuminati, cripte e grotte nascoste che conservano un significato mistico nella loro simbologia, si svolgono suggestivi riti, soprattutto nelle occasioni più importanti legate al calendario liturgico ortodosso.
Le foto che compongono questo piccolo video sono state scattate nel giorni del Natale, quando ogni chiesa si anima di cerimonie religiose interminabili e coinvolgenti, che caratterizzano la fede cristiana nella sua essenza più pura e poderosa, e ogni fedele si sottopone, al digiuno di penitenza più lungo e più austero di tutto il mondo cristiano.
E’ sicuamente un mondo estraneo a noi occidentali, immersi nel nostro ambiente sempre più tecnologico. E’ per questo che è sempre estremamente emozionante trovarsi a percorrere i passi di un tempo perduto e osservare da vicino una forma di cristianesimo vissuto nella sua forma più rigorosa ed austera, lontana dalla nostra vita ma in grado di risvegliare in ognuno di noi il desiderio di condividere una fede da noi ormai perduta.

 

Le 11 splendide chiese monolitiche…
Come non commuoversi
davanti all’immane opera
di decine di migliaia di uomini che,
in solo due decenni, quasi a mani nude e
al riparo da occhi indiscreti,
scolpirono, scavando all’interno della roccia,
la nuova Gerusalemme.

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